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  • Immagine del redattoreNicoletta Freti

FARE ARTE NUTRE IL BISOGNO DI AUTOREALIZZAZIONE


Praticare una forma d'arte può farci sentire apprezzati e competenti. Aiuta a creare un senso di autostima e di autoefficacia, soprattutto se abbiamo gli strumenti per affrontare gli ostacoli che incontriamo nel fare. Con l'arte possiamo migliorare la sintonia con noi stessi e con gli altri e sentirci più realizzati.


Due mani si sfiorano nella danza

Il Bisogno di autorealizzazione è tra i bisogni fondamentali dell'individuo. Oltre ai bisogni fisiologici, di sicurezza, di stima e di appartenenza, lo psicologo statunitense Abraham Maslow noto per la Teoria dei bisogni (1954), ha indicato il bisogno di autorealizzazione come un bisogno fondamentale per la persona. Per stare bene, ognuno di noi ha bisogno di sentirsi capace, competente e apprezzato almeno in alcuni ambiti della sua vita. Ha bisogno di sentire che sta realizzando se stesso.


L'autorealizzazione come sviluppo di una forma pre-esistente


Carl Rogers (psicologo statunitense fondatore della Psicoterapia Centrata sulla Persona), ha introdotto il concetto di Tendenza attualizzante per descrivere la tendenza spontanea alla crescita e alla realizzazione delle proprie potenzialità che ogni individuo possiede. Si tratta di una predisposizione innata che viene percepita dall'individuo come una spinta all’autorealizzazione. Secondo Rogers, ogni organismo vivente ha un suo potenziale che tende a sviluppare, una tendenza a compiere un proprio cammino, a raggiungere una propria forma.


“Abbiamo a che fare con un organismo che è sempre motivato, è sempre intento a qualcosa, che cerca sempre qualcosa. La mia opinione è che c’è nell’organismo umano una sorgente centrale di energia e che tale sorgente è funzione di tutto l’organismo, non solo di una sua parte. Il modo migliore per esprimerla con un concetto è di definirla tendenza al completamento, all’attualizzazione, alla conservazione ed al miglioramento dell’organismo”. (1)


Aristotele ha chiamato Entelechia questa tendenzariferendosi al raggiungimento di un pieno grado di sviluppo già potenzialmente presente nell'individuo (come per la ghianda, che contiene potenzialmente la quercia). 


Il lavoro da fare per la propria realizzazione non sta tanto nell'aggiungere qualcosa ma nell'eliminare gli ostacoli e i condizionamenti che impediscono l’autorealizzazione come sviluppo di una forma pre-esistente. La mancata realizzazione delle proprie potenzialità porta a provare un senso di vuoto e di malessere – un senso di incompiutezza che si trasforma in energia, vitalità e benessere se ci si lascia invece guidare dall'intelligenza interna che tende all'attuazione della propria "forma". 


Praticare una forma d'arte è un modo per essere sé stessi. 


La via dell’arte è una strada maestra che porta verso la realizzazione della propria forma. E’ una via molto ampia. Al suo interno si sviluppano numerosi percorsi possibili e molti livelli di approfondimento. All'inizio del percorso si è influenzati dalle innumerevoli opere viste e da condizionamenti di vario tipo ma, procedendo nel lavoro diventa possibile arrivare a scoprire la bellezza del proprio personalissimo modo di esprimersi.


La via dell’arte ti aiuta come artista e come persona perché ti confronta con i tuoi limiti. Se non superi gli atteggiamenti controproducenti sei bloccato o deviato dal tuo percorso, che è unico e particolare. Per arrivare a un’espressione soggettiva, a livello artistico, è necessario superare i condizionamenti psicologici e culturali che fanno delle opere iniziali un mix di aspetti individuali e di soluzioni artistiche già praticate da altri. E’ un processo lungo, che pone in continuo confronto il tuo sguardo con lo sguardo del mondo. Devi confrontarti con le tue parti condizionate, devi levare l’opaco che è in te per poter brillare. Per trovare, cioè, il tuo modo peculiare di lavorare che è fatto di pensiero, di ricerca, di tecniche, di atteggiamenti che favoriscono il processo della creazione. 






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